La manutenzione della caldaia a Biomassa
La manutenzione della caldaia, regolare e programmata, è necessaria per mantenere sempre efficiente l’impianto di riscaldamento, favorire bassi consumi e, soprattutto, assicurare la sicurezza di chi vive in casa, evitando qualsiasi pericolo per la salute.
In cosa consiste la manutenzione della caldaia?
La legge la rende obbligatoria, ma non ne indica la frequenza, che dipende dal modello. A dirci quando effettuarla è il libretto dell’impianto, anch’esso obbligatorio per legge e compilato da un tecnico abilitato, sebbene sia consigliabile occuparsene una volta all’anno a prescindere dalle indicazioni del produttore.
In occasione della revisione della caldaia, il tecnico può occuparsi di due tipologie di controlli, che potrebbero avere obblighi differenti:
Manutenzione ordinaria, a cui in genere ci si riferisce quando si parla di queste attività.
Controllo fumi, noto anche come controllo dell’efficienza energetica.
A chi spetta la manutenzione della caldaia?
Sia il controllo fumi che la manutenzione ordinaria spettano all’inquilino dell’immobile, anche se non ne è il proprietario. Quindi, le attività e le spese che ne conseguono sono a suo carico.
Sanzioni per mancata manutenzione della caldaia
Trascurare un’attività così importante non mette solo a repentaglio sicurezza, efficienza e consumi della caldaia, ma si corre il rischio di ricevere una multa, che può essere di importi diversi:
Da 50 a 200 euro in presenza di irregolarità o mancata revisione caldaia.
Da 500 a 600 euro nel caso manchi il libretto della caldaia.
Da 500 a 3000 euro in assenza di controllo sulla regolazione della combustione.

Manutenzione ordinaria della caldaia
Il tecnico incaricato della revisione della caldaia si occupa di una serie di attività e controlli, a partire dalle parti più soggette a usura come camera di combustione, guarnizioni di tenuta, elettrodi e pressostati.
Tra le principali operazioni eseguite dal manutentore, ci sono:
• Pulizia dello scambiatore, l’elemento di impiantistica che riscalda l’acqua prima di farla circolare nell’impianto di riscaldamento. Il contatto continuo con l’acqua fa sì che lo scambiatore sia esposto all’erosione del calcare, che può minarne il corretto funzionamento.
• Prova di tiraggio e pulizia del primo tratto di canna fumaria.
• Controllo sensori e dei dispositivi di comando.
• Regolazione della combustione e pulizia del bruciatore, il componente della caldaia che dà avvio alla combustione per riscaldare l’acqua. All’interno del bruciatore si accumulano scorie che devono essere eliminate per non evitare il rischio di malfunzionamenti.
• Controllo parti elettriche e della regolarità dell’accensione e del funzionamento.
• Controllo corpo alimentatore e verifica del funzionamento delle parti meccaniche.
• Verifica dell’assenza di perdite di acqua e del regolare deflusso dei prodotti della combustione.

Controllo fumi
Il controllo dell’efficienza energetica, più noto come controllo fumi, consiste nell’analisi della combustione dei fumi, della concentrazione di ossido di carbonio nell’impianto e dell’indice di fumosità. Per portare a termine quest’attività, il tecnico si occupa di determinare quanto i prodotti di combustione abbiano valori conformi con la normativa.
Controllo fumi: bollino blu o verde
In caso di esito positivo della verifica sul controllo dei fumi della caldaia, il cittadino può richiedere il rilascio del bollino blu o verde, rappresentato da un codice numerico univoco di colore differente in base alla potenza dell’impianto di riscaldamento su cui è stato eseguito il controllo.
Il bollino blu viene emesso in seguito al pagamento di un bollettino, oltre che dopo il superamento della revisione di caldaie con potenzialità termica superiore ai 35 kW. Il bollino verde, invece, viene rilasciato agli impianti fino a 35 kW. Entrambi i certificati garantiscono che siano rispettate le normative relative a efficienza energetica, sicurezza e inquinamento.
Il rinnovo dei bollini non avviene in automatico, ma soltanto al superamento delle verifiche sulle sostanze inquinanti emesse e sui fumi. Il rinnovo è quindi ogni anno, ogni due oppure quattro anni in base alla tipologia di impianto.
Quando fare il controllo fumi della caldaia?
Per gli impianti con una potenza compresa tra 10 e 100 kW, il controllo dell’efficienza energetica deve essere effettuato ogni:
2 anni per le caldaie alimentate a combustibile liquido o solido, tra cui le caldaie a biomassa.
4 anni per gli impianti a gas, metano o GPL.
Invece, in caso di caldaie con una potenza maggiore di 100 kW, il controllo fumi deve avvenire ogni:
1 anno per gli impianti termici alimentati con combustibile liquido o solido.
2 anni per le caldaie a gas, metano o GPL.

Manutenzione ordinaria e controllo fumi caldaia: doverosi per tanti motivi
Come accennato in apertura, eseguire scrupolosamente e puntualmente la manutenzione programmata e il controllo fumi della caldaia non sono solo attività di cui è obbligatorio occuparsi per non incorrere in sanzioni economiche anche pesanti.
L’ispezione generale e gli interventi manutentivi sono doverosi anche per garantire in ogni momento la sicurezza dell’impianto a chi vive in casa: il rischio di incendi c’è sempre, se non si prevengono con la giusta manutenzione. E non solo: questi controlli consentono di mantenere sempre perfetto il rendimento dell’impianto termico, in modo da abbassare i consumi e limitare l’inquinamento atmosferico.
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